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Bibliotecando Leggendo

La biblioteca dei viaggi

29 Agosto 2024
La biblioteca dei viaggi

I libri che non leggerò mai

Più volte ho parlato (più che altro “scritto”) sui social della mia biblioteca dei viaggi. E qualcuno, incuriosito, mi ha chiesto che cosa fosse.
Ora te la racconto.

Mi piace portare a casa, dai luoghi che visito, libri scritti nelle lingue che mi hanno ospitato per alcuni giorni. Quelle lingue, che mi hanno avvolto mentre ero in vacanza e che mi hanno accolto nella loro terra e nella loro umanità, tornano in piccola parte a casa con me.
Questi libri finiscono sullo scaffale dedicato a loro.
Non li leggerò mai, perché non parlo tutte quelle lingue, ma questo non ha importanza. Sono loro a essere importanti.

Spesso è un libro acquistato nelle bancarelle o nei negozi che vendono libri di seconda mano.
Alle volte cerco senza un obiettivo preciso. Altre invece l’obiettivo ha nome, cognome e titolo specifico. E in quest’ultimo caso, se lo trovo, sono molto felice: mi fa piacere avere una copia di un libro che ho amato in italiano, e che ora stringo nella lingua materna di chi lo ha pensato, abbozzato e creduto.
È capitato di chiedere e di ottenere quello che cercavo. È capitato che non ci fosse, e allora in librario mi ha proposto altro, o io ho cercato altro. Anche testi che non ho letto.
Mi è capitato di entrare di un negozio con un po’ di autori in testa, e di andare dritta verso uno scaffale, trovando subito uno dei libri che avrei desiderato portare a casa con me, così: in mezzo a tutto quello che c’era, sono capitata proprio lì.
(Dettaglio. Lo sfoglio un po’, guardo l’anno di pubblicazione, la casa editrice… e quando cerco il prezzo scritto in matita, mi viene un colpo: 120. Ok, va bene che lo stavo cercando, ma 120 euri mi sembrano un po’ troppo. Con la tristezza dipinta sul viso, lo metto giù e inizio a cercare qualcos’altro. Dopo alcuni minuti mi viene in mente che forse il prezzo indicato è in Kune, perché la Croazia è da poco entrata nell’area dell’Euro: lo chiedo alla titolare e lei conferma. Bene: lo prendo, grazie).
È capitato di non trovare quello che cercavo, ma di trovare comunque qualcosa.

In mancanza di bancarelle o di negozi con libri di seconda mano, entro nelle librerie.
E comunque, mi piace sempre guardare l’espressione di tutti i librai quando, a ogni mia richiesta, mi dicono «Ma non ce l’ho in inglese: è in sloveno/croato/tedesco/polacco…» e io rispondo «Sì: perfetto!».

La biblioteca dei viaggi

E così, ti svelo che lo scaffale della biblioteca dei viaggi ospita (fra gli altri):
Sarajewski Marlboro di Miljenko Jergović pubblicato in bosniaco dalla casa editrice TKD Šahinpašić nel 2008 – acquistato il 30 aprile 2012 al Museo dello Stari Most di Mostar. Tornavo a Mostar per la prima volta dopo più di sei anni;
Otac di Miljenko Jergović pubblicato in serbo-croato dalla casa editrice Rende nel 2010 – acquistato il 7 novembre 2010 alla Knjižara Ljevak di Zagabria. Te ne avevo parlato nel primo articolo che ho dedicato a un libro: Il padre.
Emigránsok Alekszej Tolsztoj pubblicato in magiaro dalla casa editrice Uj Magyar Konyvkiadò nel 1955 – acquistato (lasciando una offerta) all’Abbazia di Pannonhalma il 15 agosto 2019;
Miris kiše na Balkanu di Gordana Kuić pubblicato in serbo dalla casa editrice Vulkan nel 2013 – acquistato a Belgrado il 14 agosto 2017 durante una vacanza a… Osijek;
Otrok s sončnico di Srečko Kosovel pubblicato in sloveno dalla casa editrice Mohorjeva Družba Celje nel 1982 – acquistato a Pirano in un piccolo antiquario all’ingresso del paese il 5 marzo 2011 (quel giorno sono diventata sommelier… non c’entra nulla con questa storia, ma me lo ricordo!);
Mediteranski Brevijar di Predrag Matvejević pubblicato in croato dalla casa editrice Grafički zavod Hrvatske nel 1991 – acquistato all’Antikvarijat Nostrimus di Spalato il 25 aprile 2024;
Marsz Radetzky’ego di Józef Roth pubblicato in polacco dalla casa editrice Czytelnik nel 1977 – acquistato all’Antykwariat Naukowy di Danzica (come ho raccontato pochi giorni fa, cercavo Pippi Calzelunghe/Pippi Pończoszanka, ma non c’era. Allora ho chiesto un libro di Ryszard Kapuściński, non c’era nemmeno quello. Allora ho provato con I. Joshua Singer: niente da fare. Forse c’è il fratello premio Nobel Isaac Bashevis Singer: nemmeno quello. Ok, grazie. Mentre sto uscendo, trovo questo libro di Roth).

A una prima lettura di questi testi, SEMBREREBBE che molti siano in lingue balcaniche. E in effetti è così. Ma confesso che ci sono rappresentanze anche di altre zone d’Europa. Pippi Calzelunghe in olandese, danese e svedese. Il brutto anatroccolo/Den Grimme ælling in danese. Le avventure di Pinocchio in spagnolo e in ungherese. Gianni Rodari in ungherese e Walt Disney in Slovacco. E altri ancora. Non sono centinaia: sono qualche decina. E sono tutti importanti.

E poi

Oltre a questi titoli, c’è una seconda biblioteca dei viaggi.
In questa, il titolo è unico. E le traduzioni sono sette: inglese, tedesco, francese, sloveno, ceco, svedese, danese e spagnolo.
Ma non svelo qual è il libro in questione.

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