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Bibliotecando Gorizia Museando

Carlo Michelstaedter

18 Gennaio 2023
Carlo Michelstaedter - foto di classe al Kaiserlich Königlich Staatsgymnasium di Gorizia

Carlo Michelstaedter

Palazzo Werdenberg è stata la sede del Kaiserlich Königlich Staatsgymnasium: l’Imperial Regio Ginnasio Statale di Gorizia che dalla metà del XIX° secolo al 1915 offrì ai suoi studenti una rigida e prestigiosa istruzione che prevedeva, fra le materie, lo studio delle lingue e delle letterature tedesca, italiana e slovena. Gli studenti, quindi, leggevano e studiavano in lingua originale Wolfgang Goethe, Friedrich Schiller, Dante Alighieri, Ugo Foscolo, Simon Gregorčič e France Prešeren. Questa formazione fu fondamentale per alcuni giovani goriziani che crebbero respirando una identità multiculturale che li definì, e consentì loro di affermarsi in ambito letterario nel corso soprattutto del XX° secolo.
Carlo Michelstaedter, classe 1887, è uno di questi studenti che termina il suo percorso liceale nel 1905. Le stesse aule dove lui cresceva ogni giorno e dove in lui cresceva questa consapevole e intima identità linguistica, oggi ospitano il Fondo a lui dedicato, che comprende suoi manoscritti, lettere, album con disegni e dipinti, fotografie e libri, oltre alle pubblicazioni di studenti e ricercatori (articoli, saggi, tesi di laurea) che riguardano lui e i suoi studi.
Il Fondo Carlo Michelstaedter si trova, infatti, nella Biblioteca Statale Isontina.

Esposizioni temporanee alla Biblioteca Statale Isontina

In vista di Nova Gorica-Gorizia Capitale europea della Cultura 2025, la Biblioteca Statale Isontina ha deciso di esporre periodicamente, all’interno di alcune bacheche di palazzo Werdenberg, alcuni disegni, dipinti, taccuini e manoscritti di Carlo Michelstaedter, conservati, appunto, nel Fondo a lui dedicato.
Queste esposizioni consentono di conoscere il filosofo oltre ai suoi scritti ufficiali che vengono di solito studiati dai ricercatori. Si tratta di materiale che lo riporta alla quotidianità di studente (con elenchi di libri da leggere e appunti vari), di artista che allena continuamente la sua mano con matite e acquerelli (con disegni e dipinti di persone e oggetti), di conoscitore delle parole che esercita le sue competenze linguistiche (con le esercitazioni di scrittura e di espressione del pensiero), e di persona (nella bellezza che riproduceva e rappresentava).

Carlo Michelstaedter - autoritratto
Carlo Michelstaedter – autoritratto

Lo scopo dell’esposizione è far visionare questo materiale al maggior numero di persone: i cittadini, i frequentatori delle Biblioteca, i turisti, e non solo gli studiosi che per le loro ricerche hanno accesso al Fondo. Perché il Fondo è un bene di tutti, e tutti devono poterlo ammirare e catturarne qualcosa con gli occhi, trattenere in sé almeno un po’ della forza e dell’eleganza che Carlo Michelstaedter riportava sulla carta, sia con le parole sia con pittura.

Esposizione attuale

Da lunedì 16 gennaio, tre bacheche al primo piano della Biblioteca ospitano una piccola testimonianza del fondo.
La prima bacheca che incontriamo in cima alle scale presenta tre suoi scritti catalogati come “Michele Ardan va sulla luna per un motto di spirito”, “Come è stata tempestosa la natura è stata tempestosa l’anima” (datato Firenze, 6 luglio 1908) e due fogli di appunti e osservazioni sul romanzo “Resurrezione” dello scrittore russo Lev Tolstoj.

Taccuino del Fondo Carlo Michelstaedter - Da una nuvola
Taccuino del Fondo Carlo Michelstaedter – Da una nuvola

Nella seconda bacheca la mia attenzione è stata attirata da un taccuino dove è disegnato con lapis un volto anziano. È datato 7 agosto (19)05. Si legge la scritta “Da una nuvola” e il testo “Chi sente il bello ha l’anima d’artista, chi ne sa le ragioni è filosofo”. Poi il testo continua, e mi piacerebbe girare la pagina per leggere completamente questo pensiero!

Segue un album con tre schizzi di schermidori, eseguiti con lapis e china, con alcuni brevi appunti (Carlo Michelstaedter era uno sportivo e praticò la scherma sia a Gorizia sia a Firenze). Il primo di questi schizzi è stato utilizzato come logo dei Campionati assoluti di scherma organizzati dall’Unione Ginnastica Goriziana nel 2017.
Un album più piccolo del primo ci fa vedere un disegno fatto a lapis di un “Gruppo di donne”, e poi c’è un altro taccuino aperto su un testo che inizia così “Le idee nascono, non so perché e donde narrano”.
Nella terza bacheca un album di notevoli dimensioni ombreggia un po’ il taccuino posto alla sua sinistra. L’album contiene un disegno a lapis di una “Figura volante” che è stata utilizzata negli anni Novanta sull’invito del convegno “L’immagine irraggiungibile”. Mentre sul frontespizio del taccuino c’è un acquerello delizioso che riporta anche la sua firma: un sole che sorge e la scritta “Incipit vita nova!”. Siamo nel 1905, Carlo Michelstaedter termina il suo percorso di studi allo Staatsgymnasium e deve “iniziare la sua nuova vita” universitaria a Firenze. In quel sole che sorge illuminando tutto il cielo, e in quell’albero che definisce l’orizzonte, sembra ci sia poco, e invece c’è proprio la vita, nella sua essenzialità e bellezza primaria.

Chi era Carlo Michelstaedter?
Carlo Michelstaedter è uno dei personaggi storici più noti di Gorizia. Di quella Gorizia che ha vissuto gli ultimi decenni dell’Impero Austro-Ungarico. Prima della Grande Guerra. Prima dell’Italia. Prima del ventennio. Prima della Seconda Guerra Mondiale. E di tutto quello che è stata dopo: una città divisa.
Carlo ha vissuto in una città ricca, colta, poliglotta. La sua era una famiglia borghese, agiata, ebraica ashkenazita e laica. Studia allo Staatsgymnasium di Gorizia, dove il tedesco è la lingua ufficiale.
Le sue passioni gli fanno approfondire la filosofia, il disegno, la pittura, la letteratura, la scherma e il nuoto, anche quando, una volta terminato il liceo a Gorizia, decide di proseguire i suoi studi umanistici a Firenze.
Nell’autunno del 1910 completa la sua tesi di laurea “La Persuasione e la Rettorica”. Pochi giorni dopo, il 17 ottobre, si toglie la vita.
Le sue opere poetiche, filosofiche e artistiche (realizzate nei pochi anni della sua giovinezza) vengono raccolte e pubblicate dopo la sua morte, grazie alla volontà della sua famiglia. Sono loro che catalogano i suoi scritti, i suoi disegni, le sue pitture e provvedono alla loro conservazione e, in alcuni casi, alla loro pubblicazione e divulgazione.
Probabilmente non tutto il materiale raccolto dalla sua famiglia negli anni successivi alla sua morte è arrivato a noi: dobbiamo pensare che la casa della famiglia Michelstaedter è stata parzialmente distrutta durante la Prima Guerra Mondiale e che durante la Seconda Guerra Mondiale le case della madre e della sorella Elda sono state razziate dai nazisti.
Il Fondo Carlo Michelstaedter viene istituito nel 1973 per volere della sorella Paula, che, alla sua morte, dona al Comune di Gorizia ciò che aveva ritrovato una volta tornata a Gorizia nel secondo dopo guerra.
Nel corso degli anni, a questo materiale si sono aggiunti altri libri e manoscritti ritrovati “per caso”, che hanno contribuito a delineare e a studiare ulteriormente la figura di questo giovane intellettuale mitteleuropeo.

«Dove devo andare?»

Il materiale in esposizione presso la Biblioteca Statale Isontina (in via Goffredo Mameli, 12) è visionabile durante il normale orario di apertura della Biblioteca.

  • Reply
    Giampiero Rorato
    5 Febbraio 2023 at 19:02

    Quando leggo pagine come questa che hai dedicato a Carlo Michelstaedter e rileggo la vita come l’hai raccontata, oltre a non riuscire a capire perché abbia voluto porre fine alla sua breve vita poco dopo la laurea a Firenze, vedo sullo sfondo la città di Gorizia all’inizio del secolo scorso e non so capacitarmi perché oggi sia come una borgata dimenticata in un angolo del nostro Paese. Un motivo deve pur esserci se da centro culturale di primaria importanza, dove nelle scuole (e nel locale Seminario vescovile) si insegnavano più lingue e gli studenti potevano leggere autori italiani, tedeschi, austriaci, slavi nella loro lingua; città ambita dai funzionari dell’impero asburgico; ed ancora centro politico, economico, culturale e turistico di grande importanza, ed oggi come la fortezza descritta da Buzzati davanti al Deserto dei Tartari, isolata e senza rapporti col mondo. Nella nostra rubrica dedicata alle celebrazioni del 2025, grazie soprattutto a te, cerchiamo di scavare nella storia, di capire la sua anima e le sue potenzialità, ma l’impressione di un lontano come me è che ai goriziani d’oggi piace essere così, non vedo fermenti culturali capaci di farsi notare in regioni pur vicine come il Veneto. Non capisco. Ci vuole una giovane donna che ami Gorizia perché faccia pensare chi legge Laltrove o Fuocolento e faccia amare questa città che è, se non vuole tradire la sua storia, il vero punto d’incontro libero e aperto fra l’Oriente e l’Occidente, come indica il disco d’acciaio posto davanti alla vecchia stazione dove si incontrano l’Italia e la Slovenia, l’Europa occidentale e l’Europa balcanica. Grazie Corinna.

    • Reply
      Corinna Sabbadini
      18 Luglio 2023 at 14:59

      Direttore, ha proprio ragione: amo Gorizia. Amo e rispetto la sua storia. Cerco di capirla ogni giorno un po’ di più, e di raccontarla. Grazie per lo spazio che le dedica su Fuocolento: è importante.
      Corinna

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