Cartolina spedita nel 1953 da Cormons a Cremona
Parto da qua. Cormons. Se mi affaccio alla finestra vedo il punto dove è stata scattata la foto di questa cartolina del 1953: seguo con lo sguardo i vigneti che salgono lungo il pendio e i ciliegi in fiore che colorano qua e là un quadro ogni giorno diverso dall’altro, e arrivo lì, sulle pendici del monte Quarin.
Questa metà della foto non è cambiata molto negli ultimi settanta anni.
La parte con Cormons e il paesaggio che sfuma fino al mar Adriatico è molto diversa, invece: la città si è ampliata, in altezza e in larghezza!
Se guardate bene, nel cielo c’è una freccia blu che indica qualcosa: c’è scritto “caserma”. E infatti la freccia ci porta con sguardo alla storica caserma “Giovanni Amadio” (chiusa negli anni Novanta).
Lo interpreto come un indizio.
Sull’altro lato della cartolina si capisce il senso di quell’indicazione. Leggo:
Chi sempre vi ricorda
vostro
Bruno
Era il 1 luglio 1953, e Bruno spediva questo pensiero a casa, a Cremona. Suo padre si chiamava Attilio.
Posso immaginare: Bruno era un giovane militare di leva, non era sposato perché c’è solo la sua firma, ed era lontano da casa da un po’ (quel “sempre” fa pensare a un tempo già trascorso).
Un ragazzo che aveva vissuto una infanzia molto breve, perché la guerra l’aveva interrotta troppo presto. Forse era riuscito a studiare un po’, o aveva iniziato a lavorare. E poi aveva ricevuto un altro tipo di “cartolina”, e il servizio militare l’aveva portato lontano da casa. Qua.
“Chi sempre vi ricorda” è un pensiero che mi commuove, è pieno di tenerezza e di rispetto. C’è anche molta riservatezza, considerata la brevità del messaggio.
Forse c’è anche nostalgia nelle sue parole, e orgoglio.
Con questa cartolina, entriamo nella sua vita, in punta di piedi sì, in silenzio, a quasi settanta anni dal 1953, ma sempre ci entriamo.
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